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La parola Yoga è diventata sempre più conosciuta e presente nelle nostre vite. All’inizio ci arrivavano storie di fachiri e di contorsionisti con strane abilità, dopo di che ha iniziato ad essere man mano più famosa diffondendosi come momento di benessere e pratica corporea alla moda.

C’è chi lamenta il fatto che nell’Occidente si sia venduta una disciplina millenaria relegandola al ruolo di esercizio fisico, e chi è felice di poterla approcciare.

Ma che cos’è di preciso lo Yoga?

Cos’è Lo Yoga? Il Significato

Il termine Yoga deriva dal sanscrito, la lingua sacra e letteraria dell’antica India. Questa parola viene dalla radice yuj, che si può tradurre come unire, concentrare l’attenzione su qualcosa. Con lo yoga si arriva a trascendere la dualità, ove non ci sono più maschile e femminile, luce e oscurità, bene e male, e ritornare all’Uno.

Si tratta di disciplinare mente, emozioni e volontà; è la vera unione del nostro volere con il volere divino.

Lo Yoga è una scienza pragmatica senza tempo che si è evoluta nel corso di migliaia di anni, e che si occupa del benessere fisico, morale, mentale e spirituale dell’essere umano nel suo intero.

Questa disciplina è uno dei 6 sistemi ortodossi della filosofia indiana, coordinato e sistematizzato da Patanjali intorno al 200 aC nei suoi Yoga Sutras. Tuttavia, troviamo riferimenti allo Yoga a partire dalle Upanishad, circa 4000 anni fa.

Secondo il pensiero indiano, tutto l’universo è permeato dal Sè Supremo, lo Spirito Universale, di cui ogni sè individuale è una parte.

Il mondo dello yoga ci insegna i mezzi con cui il sè individuale può essere riunito ed in comunione con il Sè Superiore, e quindi come raggiungere la liberazione (moksa).

Nella Bhagavad Gita, Krishna spiega che lo Yoga è la liberazione dalla sofferenza. Quando la mente ed il sè sono sotto controllo, infatti, assorti nell’interiorità, siamo in comunione con Dio.

Quando lo Yogi riesce a calmare la mente, per grazia dello Spirito, trova la realizzazione. Così, può conoscere la gioia eterna, che non può essere afferrata dalla mente e che è il massimo raggiungimento.

Yoga e Coscienza

Un altro modo, correlato, per spiegare lo Yoga si trova sempre nella Bhagavad Gita: abbandonare i desideri dell’Ego e agire in nome di Dio, senza pensare ai frutti delle proprie azioni. È saggezza al lavoro, e moderazione. Chi cammina a fondo questo cammino, è libero dall’illusione e dalla sofferenza.

Come un fiume vorticoso, la nostra mente va incanalata e utilizzata come strumento, senza esserne schiavi. Così, sarà una riserva di energia per la nostra crescita.

Patanjali dice anche che

“Yoga chitta vrtti nirodhah”

Lo Yoga è la soppressione delle fluttuazioni della coscienza.

Quando la nosta percezione è libera dalle onde vorticose dei pensieri e delle emozioni, infatti, possiamo finalmente essere consapevoli della nostra vera natura di Pace, Amore e Silenzio.

Ma come mantenere questo stato di pace?

È ancora Krishna a risponderci: “Di certo la mente è inquieta e difficile da controllare. Ma può essere allenata con la pratica costante e la libertà dai desideri.”

Gli Stadi dello Yoga

Negli aforismi che formano gli Yoga Sutra, Patanjali ci spiega un cammino che ci permette di calmare la mente e ricongiungerci con il Sè Superiore, ovvero con il Tutto, la Coscienza Universale.

Questo percorso è chiamato Ashtanga Yoga, ma è conosciuto anche come Raja Yoga, la via regale.

Si tratta di una scala che parte dalla ricerca esteriore (controllare le passioni e le emozioni, essere in armonia con il prossimo e rendere il corpo un veicolo adatto per l’anima).

Dopo di che, con la ricerca interiore, l’aspirante impara a controllare il respiro e quindi la mente. I sensi iniziano ad essere liberi dagli oggetti dei sensi.

Infini, si è pronti per la ricerca dell’anima: lo yogi non cerca più al di fuori di sè, perché sa che Dio è contenuto in lui. Gli ultimi 3 stadi lo mantengono in armonia con se stesso e con il Creatore.

Attraverso la meditazione profonda, chi conosce, la conoscenza e il conosciuto diventano uno. L’Osservatore, l’Osservare e l’Osservato non hanno esistenza separata.

Lo yogi è consapevole della sua vera natura e raggiunge così l’Illuminazione, la liberazione dall’illusione e da ogni sofferenza.

Ecco i vari momenti del percorso:

1 Yama: condotta universale, cose da non fare.

  • mentire
  • essere violento
  • rubare
  • disperdere energia sessuale
  • attaccamento

2 Niyama: cose da fare, purificazione e disciplina.

  • pulizia
  • contentezza
  • austerità
  • studio di sè
  • devozione

3 Asana: posture statiche

Sono utili a rendere il corpo un veicolo adatto, e a sviluppare forza di volontà

4 Pranayama

Controllo del respiro, e quindi della paura della morte e della mente

5 Pratyahara

Distacco, emancipazione della mente dai sensi e dagli stimoli esterni.

6 Dharana

Concentrazione su un oggetto, non scalfibile da distrazioni.

7 Dhyana

Meditazione, assenza di pensieri, in cui non ci sono fluttuazioni della mente e tutto semplicemente è.

8 Samadhi

Assorbimento nell’Infinito.
Chi medita diventa uno con l’oggetto della meditazione.

I Vari Cammini dello Yoga

In Italia si dice “le vie del Signore sono infinite”.

Per comodità, in India sono stati raggruppati i possibili percorsi e riassunti così:

  1. Karma: realizzare la propria divinità attraverso il servizio e l’azione.
    Adatto per chi è attivo.

  2. Bhakti: realizzarsi attraverso l’Amore di un Dio personale.
    Adatto per chi è emozionale.

  3. Jnana: realizzarsi attraverso la conoscenza.
    Adatto per chi è intellettuale.

  4. Yoga: realizzarsi attraverso il controllo della mente.
    Adatto per chi è meditativo o riflessivo.
  • È importante saper distingure ciò che è reale da ciò che non lo è, l’eterno dal transitorio, il buono dal piacevole attraverso la saggezza.
  • Conoscere l’Amore Incondizionato, e amare tutti gli esseri.
  • Lavorare per il bene del prossimo con l’amore nel cuore.

Ma chi ha conquistato la propria mente, i sensi, le passioni, i pensieri è il re tra gli uomini, ed è adatto al cammino del Raja Yoga, l’Unione Regale con lo Spirito Universale.

Le vie dell’Uno

Se vogliamo semplificare ulteriormente, possiamo dire che di solito chi ricerca l’Illuminazione si trova a scegliere tra due vie:
la via della Verità (comprensione dell’esistenza) e la via dell’Amore (diventare l’amore che costituisce l’esistenza).

Un’altra opera importante è Hatha Yoga Pradipika, dove Hatha significa forza e si punta al fatto che nel cammino è necessaria una rigorosa disciplina.

Ma le due cose non si escludono. Hatha Yoga e Raja Yoga si complementano tra loro, formando un potente approccio alla Liberazione. L”aspirante, infatti, ha bisogno della conoscenza e della disciplina dell’Hatha Yoga per raggiungere i livelli più alti del Raja Yoga descritto da Patanjali.

Le Attitudini dello Yoga

Nei suoi Yoga Sutras Patanjali fa vari riferimenti al Buddhismo, ed è questo il caso delle sublimi attitudini, che appaiono in entrambi i sistemi con leggerissime variazioni.

Vediamole insieme:

  1. Metta, o Maitri
    Benevolenza, Gentilezza Amorevole, Amore Incondizionato, atteggiamento amichevole verso chi è felice. Godere della felicità altrui, sentirsi uno con l’oggetto dell’amicizia.
    Quando si condivide, la felicità si moltiplica. Più si dà, più si riceve.
    Es. la madre è felice per i successi del figlio.

  2. Karuna
    Compassione
    , che non si limita a condividere la sofferenza altrui, ma che si impegna per alleviarla con devozione.
    È un impegno intenso ad aiutare chi è in difficoltà, ma rimanendo centrati e senza lasciarsi “tirare giù”.
    Farsi riparo dei deboli, aiutandoli a crescere.

  3. Mudita
    Gioia per la virtù altrui
    , allegria per la bravura del “concorrente”. Totale assenza di gelosia.
    La virtù si può comunque condividere, e dovresti sempre ricercare la compagnia di persone più in gamba.

  4. Upekka, o Upeksa
    Equanimità. Indifferenza al male. Non Giudizio.
    Senza disdegnare chi non è riuscito a fare la scelta migliore, autoesaminati per capire cosa avresti fatto al suo posto. Cerca anche di riconoscere tue eventuali responsabilità nella sofferenza altrui.
    Vedi le cose per quello che sono, senza lasciarti coinvolgere dalle passioni su chi abbia ragione o torto.

Chiaramente, questi quattro atteggiamenti si compenetrano, e l’una implica le altre.

Benefici dello Yoga

Come sappiamo, lo Yoga aiuta incredibilmente il nostro corpo a sentirsi meglio, e anche la mente ne trae giovamento.

Vediamo alcuni benefici “concreti”:

  • migliora la flessibilità;
  • aumenta la forza e il tono muscolare;
  • rafforza l’equilibrio;
  • dona energia e vitalità;
  • agevola la respirazione;
  • migliora la circolazione sanguigna;
  • mantiene il metabolismo in equilibrio;
  • mantiene il cuore sano;
  • aiuta a controllare il peso;
  • agevola la digestione;
  • previene dagli infortuni;
  • allevia le infiammazioni;
  • riduce il dolore nei pazienti con malattie croniche;
  • porta ossigenazione a tutto il corpo e rilascia endorfine.

Per quanto riguarda lo spirito:

  • riduce lo stress;
  • aiuta a prendere sonno;
  • dona chiarezza di idee;
  • ci rende più calmi e centrati;
  • migliora la capacità di attenzione e la concentrazione.

Ma tutti questi aspetti gradevoli non sono che l’inizio di un cammino infinitamente più vasto, e che ci può portare, se lo vogliamo, a trascendere la dualità e trovare l’Eterna Felicità.

Il Corpo come Veicolo

Sebbene già dai tempi più antichi molti saggi avessero già parlato di queste scoperte interiori, lo Yoga ha una componente rivoluzionaria perché, per primo

  • ha usato il corpo come veicolo;
  • punta sulla pratica personale.

La maggior parte dei nostri atteggiamenti fondamentali verso la vita trovano la loro controparte fisica nel corpo.

Se ci riferiamo all’aspetto più fisico, quello del praticare le asana, possiamo dire che mantenere la stessa posizione per diversi minuti ci dona tenacia, mentre il respiro costante e tranquillo ci rende più calmi. In più, per ogni asana si va ad agire su:

  • corpo
  • sensi, percezione
  • mente
  • intenzione, chiarezza
  • anima, sè

Inoltre, attraverso il lavoro sul corpo fisico possiamo influenzare i nostri centri energetici (chakra) ed i corpi più sottili che ci circondano, con effetti tangibili nella nostra vita.

Imparando a gestire il nostro corpo, possiamo addentrarci nel sentiero e andare più in profondità con la pratica della meditazione.

Sarà poi con la meditazione che saliremo al prossimo livello, un pò come Virgilio che, nella Divina Commedia, a un certo punto, dopo averlo scortato nei gironi dell’Inferno e del Purgatorio, affida Dante alla custodia di Beatrice, che lo accompagnerà nelle lande più alte del Paradiso.

Lo Yoga ci Ricorda chi Siamo

Il senso di continuità e di unione con il tutto si sviluppa quando impariamo a conoscere l’inevitabile alternanza di tensione e rilassamento nell’eterno ritmo di cui ogni inspirazione ed espirazione costituisce un ciclo, un’onda, una vibrazione tra le infinite miriadi che sono l’Universo.

Più in generale, tutto questo cammino ha il fine di aiutarci a ricordare chi siamo, attraverso la rimozione degli ostacoli che noi stessi accumuliamo.

Tolte le nuvole che coprono la nostra visuale, ci ricorderemo di essere il cielo infinito, l’Ossercatore che si era identificato in ciò che osservava, lo schermo su cui i film scorrono e vengono proiettati, la Coscienza.

Sarà solo allora che lasceremo andare tutte le nostre erronee identificazioni in un corpo, nei pensieri, in un bagaglio di emozioni ed esperienze su cui creiamo il nostro personaggio.

E così, lasciato al nostro Ego il posto che gli spetta, ovvero di un’eredità del nostro passato animale, potremo tornare alla massima armonia con noi stessi, con il prossimo e con il Tutto.

Namaste

(il divino che è in me si inchina e riconosce il divino che è in te).

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